I SESSIONE
Martedì 8 ottobre ore 14
Lotti 1-47: Autografi
Lotti 48-103: Manoscritti
Lotti 104-119: Musica
II SESSIONE
Mercoledì 9 ottobre ore 10
Lotti 120-150: Futurismo
Lotti 151-196: Libri del Novecento
Lotti 197-208: Facsimili
Lotti 209-288: Libri d'Artista
III SESSIONE
Mercoledì 9 ottobre ore 14
Lotti 289-377: Storia locale toscana
Lotti 378-391: Incunaboli
IV SESSIONE
Giovedì 10 ottobre ore 10
Lotti 392-516: Libri a stampa dal XVI al XX secolo (I parte)
V SESSIONE
Giovedì 10 ottobre ore 14
Lotti 517-640: Libri a stampa dal XVI al XX secolo (II parte)
LOTE 581:
Odierna Giovanni Battista
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Vendido por: €12 000
Preço inicial:
€
3 000
Comissão da leiloeira: 26%
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De admirandis phasibus in sole, et luna visis, ponderationes opticae, physicae, et astronomicae. Panormi: typis Nicolai Bua, 1656.
In-folio (mm 348x247). Pagine: 41, [3]. Grande illustrazione xilografica astronomica al frontespizio, ripetuta a p. 36, iniziali e fregi xilografici. Frontespizio con leggere tracce d'uso, ma per il resto ottima copia in barbe e cartonato d'attesa con titolo anticamente manoscritto al dorso.
Giovanni Battista Odierna (o Hodierna, 1597-1660), presbitero, astronomo e architetto, autore di numerosi scritti, divenne noto in Italia e in Europa soprattutto per i suoi studi astronomici, e in particolare per le effemeridi dei "pianeti medicei" che gli furono richieste da Ferdinando II de' Medici. Tuttavia, molte delle sue scoperte sono rimaste sconosciute sino al XX secolo, probabilmente perché molto in anticipo rispetto ai tempi. «Aveva appena completato la stesura della Theorica absolutissima quando, grazie a Carlo Tomasi allora in missione a Roma, entrò in contatto con l’erudito prelato di Curia Juan Caramuel y Lobkowitz. Ai primi di marzo 1655, Domenico Plato, segretario di Caramuel, gli inviò 43 quesiti – Incidentes quaestiones de astrorum scientia, de sole, de luna, de terra, umbra, spheris – sull’apparenza del sole e della luna, sulle macchie solari e sulle eclissi, cui Odierna rispose con il De admirandibus phasibus in Sole et Luna visis (Palermo, Niccolò Bua, 1656). L’opera sembra fosse molto apprezzata dal Caramuel» (Treccani).