Bottega di Guido Reni (Bologna 1575 - 1642)
San Pietro
Olio su tela
67,5 x 50 cm

Bottega di Guido Reni (Bologna 1575 - 1642)
San Pietro
Olio su tela
67,5 x 50 cm

Il dipinto in esame si riferisce probabilmente ad un prototipo perduto. Reni sperimentò per la prima volta questo soggetto nel 1633-34 in un dipinto ora al Museo del Prado di Madrid, e successivamente in un'altra opera del 1637 circa, ora al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Osservando le opere citate, si riscontra che la qualità della presente opera ne legittimi l’attribuzione. Inoltre, l’opera qui presentata ha una postura speculare alle due citate, un’intensità chiaroscurale e un pathos psicologico veramente lodevoli di nota.

L’ottima qualità del dipinto in questione ci permette di giudicarlo come espressione della bottega di Guido Reni, ovvero eseguito sotto la sua direzione e senza escludere il suo intervento. Lo stile reniano può riassumersi come l’esaltazione del classicismo, ovvero la costante idealizzazione della realtà, dovuta alla ricerca del bello ideale. Nato in seno alla all’Accademia degli Incamminati, fu fedele assertore del più classicista dei tre cugini, Annibale Carracci. A sua volta ebbe un’importante bottega ove si formarono importanti pittori, tra i quali: Guido Cagnacci, Simone Cantarini, Pier Francesco Cittadini, Michele Desubleo, Francesco Gessi, Giovanni Andrea e Elisabetta Sirani, Flaminio Torri. Tra questi, merita di essere citato come il più probabile autore dell’opera in questione Giovanni Battista Bolognini (Bologna 1612 - 1688); artista che ebbe rapporti con i duchi di Mantova e Guastalla e che ancora oggi è frequente nelle chiese di Bologna, tra cui Sant’Ubaldo e San Bernardo da Mantova (in San Giovanni in Monte), Crocifissione e Santi (in Santa Maria dei Servi), la Vergine e i Santi Carlo e Ambrogio (in San Carlo), San Paolo davanti a Cesare (in San Paolo).
Workshop of Guido Reni (Bologna 1575 - 1642)
St. Peter
Oil on canvas
67,5 x 50 cm

The present painting probably refers to a lost prototype. Reni first experimented with this subject in 1633-34 in a painting now in the Prado Museum in Madrid, and later in another work from around 1637, now in the Kunsthistorisches Museum in Vienna. By observing the cited works, it is found that the quality of this work legitimizes its attribution. In addition, the work presented here has a posture that mirrors the two mentioned, a chiaroscuro intensity and a truly commendable psychological pathos of note.